cos’è

SlowBeans è una rassegna di legumi e anche un momento di incontro tra produttori e consumatori.

la prima edizione nel 2009, si è costantemente evoluta verso la “comunità leguminosa”, diventando un momento di incontro annuale per i produttori, per appassionati e per quanti hanno a cuore un’alimentazione buona, pulit e giusta.

I legumi, i semi in generale, sono un cibo eccellente e rispettoso, uno dei più convenienti dal punto di vista del rapporto tra energia impiegata e ottenuta.

L’esigenza di tenere vivo il legame fra territorio e suoi prodotti associata all’idea di farli interagire in modo che entrambi siano a loro volta elementi di valorizzazione reciproca ci ha portato a pensare ad un’iniziativa specifica e fortemente caratterizzata.

Per questo abbiamo individuato nei Legumi, e nei Fagioli in particolare, uno dei prodotti che meglio caratterizzano il nostro territorio; legumi e tutto quello che ne consegue nella cucina del territorio con quel mondo sterminato e affascinante delle zuppe che mirabilmente uniscono questi prodotti legandoli a tutta una serie di altri prodotti del territorio sia coltivati che spontanei.

I fagioli possono essere considerati un prodotto simbolo del territorio della Lucchesia non tanto per gli attuali volumi produttivi quanto per come sono radicati nella tradizione agricola e culinaria del territorio stesso come ben documentato dal progetto sul recupero tutela e valorizzazione dei fagioli della Lucchesia sviluppato dall’Associazione Agricoltori Custodi per conto dell’ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo e Forestale).

I Legumi hanno rappresentato per le regioni dell’Italia (ma anche in molte altre zone del pianeta) il maggior apporto proteico nell’alimentazione quotidiana delle classi meno abbienti, laddove la carne (anche quella “povera” o di animali da cortile) invece assurgeva a piatto delle ricorrenze, delle festività religiose o domenicali, alimento prezioso di supporto a malati o puerpere. Fagioli freschi o (ancor meglio per l’economia familiare) essiccati sono stati i principali protagonisti delle dispense fino agli ultimi decenni del secolo scorso. Oggi assistiamo al progressivo depauperamento sia delle specie coltivate (a vantaggio di prodotti importati a costi più bassi da altri paesi) sia del consumo pro–capite. Nonostante gli appelli degli specialisti dell’alimentazione che invitano a consumarli in alternativa alle carni e in associazione con i cereali (connubio al limite dalla perfezione dal punto di vista nutrizionale) la relativa complessità di elaborazione culinaria (specie in  ordine ai tempi di preparazione) ne ha relegato l’uso e il consumo ad occasioni e preparazioni di sapore e rievocazione “rustica”, o a proposizioni a carattere “regionale”.

Il progetto dell’Arca prima e dei Presìdi Slow Food poi hanno consentito un grande lavoro di salvaguardia e valorizzazione delle varietà “autoctone” e in forza di questo siamo oggi in grado di proporre un’ampia gamma di legumi “recuperati” e di produttori motivati che tornano a coltivare e commercializzare legumi di ogni tipo, ricostituendo un tessuto di biodiversità che andava lentamente ma inesorabilmente scomparendo.

È proprio attingendo a questo patrimonio di prodotti e produttori che sta emergendo lentamente che si è andati a formare il gruppo di partecipanti a Slow Beans con lo scopo non solo di realizzare un evento per dare loro un’opportunità di visibilità ma soprattutto per creare una rete di relazioni e di scambi di conoscenze fra quanti in parti diverse del territorio nazionale stanno realizzando insieme, spesso inconsapevolmente, questo grande progetto di salvaguardia e conservazione della biodiversità.

 

 

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